Ad ognuno di noi capita di attraversare momenti di crisi personale ed in queste situazioni, anche se non si soffre di alcuna patologia particolare, è possibile farsi aiutare da uno psicologo tramite un intervento definito di "sostegno". Gli obiettivi che si pone il sostegno psicologico sono il benessere, la crescita, la valorizzazione dell’individuo e il miglioramento delle sue relazioni interpersonali, attivando un percorso finalizzato ad accompagnarlo ad aiutare se stesso.
E' difficile poter descrivere davvero la meditazione, oggi chiamata e teorizzata con il nome di Mindfulness. Etimologicamente Mindfulness significa "pienezza mentale". Al di là delle teorizzazioni, è uno strumento estremamente concreto basato sulla consapevolezza di sé e di ciò che si sta facendo. Essere consapevoli vuol dire diventare padroni di ciò che facciamo in contrapposizione a tutte le interferenze e influenze del nostro mondo circostante che ci fanno agire come automi, condizionati dal volere della società, dei nostri cari, della nostra cultura.
La società di oggi si basa sulla competizione, sulla velocità, ci allontana dalla nostra vera natura, semplice, concreta, collegata ad una dimensione naturale ed animale che ci costituisce, a favore di stimoli piacevoli e che ci distraggono, ma che allo stesso tempo inquinano la nostra lucidità e capacità di essere padroni di noi stessi e delle nostre scelte.
Il percorso di Mindfulness mira a farci diventare padroni di noi stessi, attraverso semplici esercizi quotidiani che ci invitano a fermarci, a dirci la verità su noi stessi non quella che il mondo si aspetta da noi.
La meditazione, la mindfulness, fa parte della natura umana ed è sempre stata utilizzata da ogni cultura antica e religione, per dare la possibilità alle persone di ritrovare(o trovare) il proprio centro, svincolandolo da ogni forma di dipendenza, spingendo la persona a riscoprirsi ed accettarsi nella sua vera natura e nelle sue differenze che lo rendono unico, uscendo da ogni logica di giudizio e di uniformazione sociale.
La supervisione è uno spazio fondamentale ed indispensabile per ogni professionisti che operi nelle relazioni d'aiuto.
Psicologi, psicoterapeuti, educatori, assistenti sociali, medici e psichiatri svolgono una professione che richiede uno stato di equilibrio e benessere sufficiente ad instaurare una relazione libera dai propri vissuti e dai propri stili relazionali e di pensiero.
Vengono proposte due tipoligie di supervisione, individuale e di gruppo (gruppo Balint).
Il costo della supervisione individule è di 60 €, di gruppo 20€.
I gruppi di auto - aiuto sono dei piccoli gruppi di persone che condividono la stessa situazione di vita o le stesse difficoltà. Si costituiscono volontariamente per cercare di soddisfare un bisogno, superare un problema, ottenere un cambiamento in maniera reciproca.
Non si utilizzano operatori professionali, se non per un ruolo definito e mai centrale, poiché la caratteristica dell’autonomia è fondamentale in un gruppo di supporto.
"L’intento comune di tutti i gruppi di auto - aiuto è quello di trasformare coloro che domandano aiuto in persone in grado di fornirlo" (Martini, Sequi, 1988 ), aumentando la padronanza e il controllo sui problemi, in una parola, l ’auto – efficacia dei partecipanti.
Ci sono diversi tipi di gruppi di auto - aiuto:
- quelli formati da persone che condividono un handicap o una malattia cronica;
- quelli costituiti da persone che vogliono cambiare un'abitudine, un comportamento (ad esempio gli Alcolisti Anonimi);
- quelli organizzati da familiari di persone con gravi problemi;
- gruppi di persone che attraversano un periodo di crisi (un lutto, una separazione), o un periodo positivo ma che cambia radicalmente le loro vite (es. nascita di un figlio),
- e infine, gruppi di persone che devono affrontare una situazione o un cambiamento che influisce sulle loro identità (es. la menopausa, il pensionamento).
Nei gruppi di auto - aiuto le persone escono dal ruolo di consumatori, da una situazione di passività e diventano protagonisti, spesso dopo aver affrontato situazioni di grave disagio a cui i sistemi socio sanitari e politici non sono riusciti a dare una risposta sufficientemente rassicurante e adeguata, o magari non l’hanno data affatto. Conoscere persone che hanno attraversato o stanno attraversando le stesse difficoltà, fa sentire meno soli e aiuta a capire che sentimenti e reazioni che sembrano "cattivi" o "folli ", non sono affatto tali. Inoltre incontrare persone che hanno superato gli stessi problemi, o hanno trovato modi ottimali per affrontarli e gestirli può regalare speranza e ottimismo. Una delle funzioni dei gruppi di auto - aiuto è proprio quella di "insegnare" ai membri strategie di fronteggiamento dello stress, per affrontarne nel miglior modo possibile le cause e le emozioni correlate.
Si acquisiscono le competenze per avere il maggior controllo possibile sul problema, invece di esserne controllati.
L’accento sulla parità dei membri rende tutti ugualmente responsabili dei risultati raggiunti e dei servizi forniti. Il clima è spontaneo ed informale, e il fatto di dare aiuto, oltre che riceverlo, aiuta a liberarsi dal senso di impotenza e di sfiducia in se stessi che spesso si prova in queste situazioni.
In particolare nei gruppi di auto – aiuto formati da persone che condividono una malattia cronica, i componenti non si sentono più compatiti per la loro situazione, riescono ad "abbassare" le difese e ad esprimere non solo sentimenti di rabbia, di tristezza, ma anche orgoglio per essere riusciti a dare un senso alla propria vita nonostante il peso più difficile che portano con sé.
Aiutare gli altri accresce la propria autostima, aumenta il livello di competenza interpersonale. La persona nota che riesce ad ottenere un equilibrio tra il dare e l’avere, e riproponendole ad altri, consolida quelle strategie di cambiamento che ha acquisito a sua volta.
Questo è particolarmente importante per coloro che sono a volte costretti ad essere aiutati e a dipendere da altri, che così traggono fierezza, soddisfazione nel sostenere a loro volta altre persone, nel vedere che può anche dipendere da loro, sperimentando l’interdipendenza reciproca.
Per i familiari di persone affette da una malattia cronica, il gruppo offre vari tipi di sostegno, che aiutano ad alleviare lo stress, o a chiarire dubbi e paure. Si va quindi dallo scambio di informazioni, all’ascolto e al supporto emotivo nei momenti di stanchezza e depressione, ma anche l’aiuto materiale, come ad esempio sostituzioni nel prendersi cura dell’ammalato e potersi così permettere una "vacanza dal problema" importanti per evitare di accumulare troppo stress. Questi gruppi si mobilitano anche per ottenere prestazioni che migliorino la qualità della vita dei loro cari.